Rune
Le rune sono alfabeto usato dalle popolazioni germaniche. Le più antiche registrazioni di rune sono state trovate in Danimarca e Norvegia (II d.C.).
La radice etimologica della parola “rune” è “runo” che è qualcosa di un miscuglio delle parole “lettera” e “mistero”.
Le rune sono intessute nella religione norrena e sono strettamente associate alla magia norrena (seiðr) e alla poesia skaldica. Le rune non sono state inventate. Il vecchio poema Hávamál spiega che Odino ha scoperto le rune quando si è impiccato all’albero del mondo Yggdrasil per imparare la saggezza. Si appese all’albero soffiato dal vento per nove notti e giorni. Proprio mentre stava per morire, trovò le rune, le afferrò e si guadagnò la vita.
L’origine effettiva delle rune non è chiara. Alcuni storici sostengono che provenisse dai Latini poiché era la lingua del commercio durante l’Impero Romano e le tribù germaniche avrebbero probabilmente avuto contatti con i mercanti, esponendoli così alla lingua. Ci sono anche scienziati che suggeriscono che Furthark sia basato sull’alfabeto etrusco.
Ogni runa aveva un nome che lasciava intendere il significato filosofico e magico della sua forma visiva e il suono per cui si erge, che era quasi sempre il primo suono del nome della runa. Le rune hanno avuto un ruolo importante nella vita dei vichinghi.
Gli alfabeti runici sono chiamati “futharks” dopo le prime sei rune (Fehu, Uruz, Thurisaz, Ansuz, Raidho, Kaunan).
Le rune sono state scolpite su pietra, ossa, corno, legno e metallo. Le pietre runiche erano grandi rocce ricoperte di iscrizioni di rune di solito in memoria di un grande uomo o donna. Oltre 3.000 pietre runiche si trovano in Scandinavia.
Le rune venivano spesso scritte come un collegamento continuo di testo, senza spazi tra le parole o le frasi. Se il maestro delle rune voleva separare le parole o le frasi l’un l’altro, usava una notazione simile alla lettera X, o forse uno, due o tre punti disposti l’uno sull’altro.